PARODONTITE E MALATTIE SISTEMICHE.

 

Gentili pazienti bentrovati!

Nel seguente articolo scopriremo quale rapporto intercorre tra la presenza di malattia parodontale e le malattie sistemiche. Il principale obiettivo di tale articolo è quello di fornire informazioni che possano essere utili ai lettori, soprattutto per “sensibilizzare” la popolazione nella cura della salute orale da porre in essere attraverso la prevenzione e adottando stili di vita corretti.

Prima di tutto ricordiamo cosa si intende per malattia parodontale.

La parodontite (anche conosciuta come “piorrea”) è un’infezione dei tessuti che sostengono gli elementi dentali (tessuto parodontale: gengive, osso alveolare, legamento parodontale) e che risulta essere causa di disturbi funzionali, estetici e la prima causa di caduta di denti nel soggetto adulto.

 

La risposta infiammatoria è volta a proteggere l’organismo dall’ingresso di batteri nei tessuti, ma nel caso in cui tale stato infiammatorio non venisse contrastato e placato causerà l’irreversibile degenerazione del parodonto, causando danni importante alla nostra bocca (mobilità dentale, riassorbimento osseo e perdita dei denti).
Tale infezione inizia con la penetrazione di batteri della placca dentale (ossia il biofilm batterico che costantemente si forma sulla superficie dentale) nello spazio esistente tra gengiva e dente. I batteri inducono un’acuta risposta infiammatoria (che si manifesta, nello stato iniziale, con arrossamento e sanguinamento gengivale).

 

L’insorgenza di questa malattia è legata alla presenza di determinati batteri (tra cui ricordiamo “Porphiromonas Gengivalis”), i quali suscitano un’elevata risposta infiammatoria locale e colpiscono principalmente i soggetti con predisposizione genetica.

Tra la principali cause di insorgenza della parodontite, infatti, abbiamo:

 

  • Predisposizione genetica
  • Cattive abitudini (fumo, assunzione alcool)
  • Scarsa igiene orale
  • Stato generale di salute del soggetto
  • Malattie sistemiche (le quali influenzano e sono a loro volta influenzate dalla presenza di malattia parodontale).

 

Ulteriore aspetto che influenza l’insorgenza di tale patologia è la prevenzione: nella parte di popolazione con ristrette possibilità di accedere alle cure odontoiatriche ed ai servizi preventivi sarà più facile notare un rapido sviluppo e progressione della parodontite.

 

 

I recenti studi clinici condotti sul tema hanno evidenziato come esista un’importante associazione fra la parodontite e varie malattie sistemiche.

 

Tra queste ricordiamo:

  • Malattie cardiovascolari
  • Diabete
  • Patologie polmonari
  • Complicanze della gravidanza.

 

La constatazione del fatto che la malattia parodontale possa avere effetti sistemici diretti (attraverso la diffusione di batteri patogeni) o indiretti (cioè tramite l’incremento di infiammazione sistemica) è il punto di partenza per studiare la correlazione tra queste diverse patologie.

Patologie come diabete, parodontite, malattie cardiovascolari, complicanze ostetriche rappresentano malattie multifattoriali con diversi punti in comune: primo fra tutti fattori di rischio (tra cui ricordiamo stili di vita e predisposizione/risposta individuale). Il fatto che esistano fattori di rischio comuni a queste diverse patologie sarà il primo fattore che spingerà la comunità scientifica a sostenere un’associazione.

L’esistenza di un nesso tra malattia parodontale e malattie sistemiche sarà il primo passo verso una sensibilizzazione (sia dei pazienti sia dei diversi professionisti) per la prevenzione e la cura dei disturbi parodontali.

 

 

Vediamo la posizione assunta dalla SIdP (Società Italiana di Parodontologia) …

 

La SIdP ritiene che la rilevanza sociale della malattia parodontale ed il rischio di danno sistemico ad essa connesso siano motivi validi per considerare seriamente il problema e per curarlo.

Ecco alcuni dati raccolti dalla SIdP che ci permettono di comprenderne l’entità:

 

  • La malattia parodontale può colpire le persone a qualsiasi età (anche se nella popolazione pediatrica è meno dell’1% ma può raggiungere fino al 30% dei soggetti adulti).
  • La parodontite rappresenta la prima causa di perdita dei denti nell’età adulta.
  • Essa rappresenta la prima causa di disturbi masticatori, fonatori e di estetica del sorriso.

 

 

 

Parodontite e salute generale…

 

Grazie agli studi condotti sul tema si è compreso come la malattia parodontale abbia effetti e sia in grado di provocare cambiamenti a livello dell’intero organismo.

In primis si è notato come i batteri che causano la parodontite siano in grado di penetrare, attraverso i tessuti gengivali, nel circolo ematico. Questa trasmissione sarà in grado di generare infezioni (tra cui: cardiache, polmonari, endo-vascolari, ecc.) e quindi conseguente insediamento di batteri patogeni in organi anche lontani dal cavo orale (ricordiamo come prodotti batterici circolanti siano in grado di raggiungere siti molto distanti).

In secondo luogo i soggetti affetti da malattia parodontale mostrano un mutamento nei parametri infiammatori sistemici, cioè un aumento dell’infiammazione sia a livello gengivale sia a livello ematico.

I dati statistici ci dicono che i soggetti con una situazione parodontale compromessa mostrano un valore superiore di granulociti neutrofili circolanti (ossia di cellule del sangue volte a combattere le infezioni), rispetto ad un soggetto con parodonto sano.

 

In base a queste informazioni è possibile sostenere l’ipotesi che l’infiammazione parodontale possa espandersi a livello dell’organismo, compromettendo lo stato generale di salute di un individuo.

 

Diversi studi hanno dimostrato come a seguito di una terapia parodontale vi è stato un miglioramento dell’infiammazione sistemica e quindi confermato il fatto che la parodontite abbia effetti diretti e causali sul carico infiammatorio sistemico.

Possiamo quindi sostenere che la stretta relazione tra malattia parodontale e malattie sistemiche sia rappresentato da quello che in medicina viene chiamato “ASSOCIAZIONE”.

 

 

Parodontite e Malattie Cardiovascolari

 

I dati statistici riportano che tra la principali cause di mortalità al mondo vi siano le malattie cardiovascolari. Proprio grazie ai vari studi clinici condotti sul tema, la comunità scientifica è oggi in grado di sostenere come la presenza di stati infiammatori (quindi rientra perfettamente quello causato dalla parodontite) aumenti il rischio di disturbi cardiovascolari.

Tutto ciò avviene in primo luogo per la diffusione di batteri patogeni dal cavo orale al sistema circolatorio.

Tale traslazione batterica è stata confermata dalla presenza di DNA batterico di patogeni parodontali all’interno di placche aterosclerotiche.

Ulteriori studi epidemiologici hanno evidenziato il rapporto tra malattia parodontale, infarto e ictus in quanto la perdita di numerosi elementi dentali e la disintegrazione dell’osso alveolare aumenta la presenza di placche ateromatose carotidee.

Possiamo sostenere che la malattia parodontale sia in grado di concorrere, in modo indiretto, nella patogenesi della malattia aterosclerotica attraverso l’entrata in circolo di mediatori dell’infiammazione (a riguardo sottolineiamo come questi mediatori vengono considerati markers, cioè indicatori, della presenza di malattia cardiovascolare).

 

Tramite gli studi condotti è anche emersa la presenza di un’associazione notevole tra l’insieme dei patogeni e l’aumento di rischio di infarto del miocardio, oltre che dalla gravità dell’arteriosclerosi ed, infine, della mortalità.

 

In più il batterio Porphiromonas Gengivalis risulta essere in grado di aderire e proliferare nelle cellule endoteliali coronariche, interferendo con le funzioni proprie (di vasodilatazione) fisiologiche.

 

Ulteriore associazione evidenziata sul tema è quella tra edentulia (mancanza di elementi dentali), parodontite e fibrinogeno plasmatico (con tale termine si indica il “fattore della coagulazione”, ossia una specifica glicoproteina in grado di favorire la coagulazione sanguigna). L’aumento dei valori del fibrinogeno viene associato ad un aumento del rischio cardiovascolare.

 

 

Malattie Parodontali e Diabete

 

 

Col termine “Diabete” viene indicata una malattia sistemica del metabolismo, caratterizzata da uno stato cronico di iperglicemia. Alla base di tale patologia vi è la mancanza (assoluta o relativa) dell’insulina, un ormone sintetizzato da alcune cellule del pancreas, necessaria per la regolazione del metabolismo e nella regolazione dell’omeostasi del tessuto adiposo, muscolare ed epatico.

 

In base alle origini della patologia, esiste una classificazione dei vari tipi di diabete:

 

  • Diabete di Tipo I
  • Diabete di Tipo II
  • Diabete di Tipo III
  • Diabete gestazionale.

 

Il diabete rientra tra le più diffuse malattie croniche che colpiscono la popolazione mondiale (riguarda, infatti, circa 190 milioni di persone al mondo) e rappresenta una tipica patologia che riguarda i paesi industrializzati.

Il diabete risulta essere una malattia cronica strettamente legata agli stili di vita, all’alimentazione, alla dieta seguita ed all’attività fisica svolta.

Gli studi hanno dichiarato (ricordiamo come tali studi siano iniziati già tempo fa, cioè a partire dagli anni 40 del secolo scorso) come il paziente diabetico possieda un rischio maggiore di ammalarsi di gengivite e di parodontite e la parodontite potrebbe influenzare notevolmente e negativamente il controllo glicemico.

Le ipotesi delle associazioni tra malattia parodontale e diabete sono diventate sempre più concrete, tant’è che numerosi ricercatori hanno definito la malattia parodontale come la “sesta complicanza” del diabete (in quanto si è evidenziato nel diabete un importante fattore di rischio per la parodontite e nella parodontite un’importante complicanza del diabete).

 

Ulteriore aspetto da cui emerge lo stretto rapporto tra tali patologie è quello che attiene al rischio: un soggetto diabetico rischia da 2 a 3 volte in più di un soggetto sano di ammalarsi di parodontite. (Al riguardo sottolineiamo anche come le donne in gravidanza affette da diabete, hanno un rischio di soffrire di parodontite di oltre 9 volte maggiore rispetto alle mamme che non soffrono di diabete)

In più, è emerso dalla ricerche che il rapporto intercorrente tra le due tipologie sia di tipo bidirezionale e che il controllo dei fattori infiammatori e del biofilm batterico orale possa contribuire nel miglioramento del livello glicemico.

 

Concludendo riportiamo alcuni dati raccolti a seguito degli studi condotti:

 

  • I soggetti diabetici presentano un’igiene orale peggiore (con gengivite e stato parodontale più grave) rispetto ad un soggetto non diabetico,
  • La terapia parodontale, oltre a determinare il miglioramento della situazione orale nel soggetto diabetico, contribuirà al raggiungimento di un miglior controllo glicemico.
  • I fondamenti della prevenzione di queste malattie si fonda sull’adozione di stili di vita appropriati, alimentazione corretta ed un’attività fisica adeguata

 

In base a quanto detto appare chiaro come il vostro odontoiatra di fiducia possa svolgere un ruolo importante non solo per la salute orale del soggetto diabetico, ma anche nella collaborazione con altri medici professionisti nella promozione di stili di vita sani e corretti, oltre che dare un apporto concreto nella diagnosi della malattia diabetica.

 

 

Parodontite e gravidanza…

 

 

Per comprendere che cosa significhi parto prematuro utilizziamo la definizione fornita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la quale definisce “prematura” la nascita di un bambino vivo prima della 37° settimana.

L’origine e le cause del parto pre-termine sono multifattoriali, cioè riconducibile ad una pluralità di fattori individuali, genetici ed ambientali presenti sia nel periodo antecedente la gravidanza, sia durante.

Tra le diverse ipotesi formulate, ricordiamo l’inter-relazione tra processi infiammatori della madre e parti prematuri. La risposta immunitaria della donna in gravidanza e del feto all’infiammazione batterica può portare ad una nascita pre-termine.

 

Malattia parodontale e parto pre-termine.

 

Il rapporto tra malattia parodontale e parto pre-termine di neonati sotto peso è al centro di numerosi studi e ricerche scientifiche.

Da questi è emersa la conferma della correlazione tra patologia parodontale (esposizione alla patologia) e parto prematuro (effetto sistemico).

Gli studi sottolineano come un miglioramento della condizione orale, dell’igiene e dello stato parodontale della mamma in gravidanza ridurrà notevolmente il rischio di un parto pre-termine.

I dati emersi sottolineano come la percentuale di donne trattate con profilassi orale, terapia parodontale non chirurgica della donna in gravidanza riduca (di oltre il 20%) il rischio di parto prematuro.

Ulteriori conseguenze legate all’associazione tra parodontite e eventi negativi della gravidanza possono essere:

 

– parto pre-termine

-sottopeso del neonato prematuro,

– basso peso di nati a termine,

– diabete mellito in gravidanza.

 

 

In conclusione possiamo sostenere che la malattia parodontale può avere notevole impatto sul rischio di eventi negativi durante la gravidanza, rappresentano una delle diverse cause eterogenee e multifattoriali in grado di influenzare il periodo gestazionale.

 

LO SAPEVI CHE …

 

Lo sapevi che svolgere una regolare attività fisica può avere effetti notevoli nella prevenzione del diabete di tipo 2? Può essere sufficiente, a tale scopo, una attività quotidiana di trenta minuti, (camminata veloce, jogging, nuoto) per cinque giorni la settimana che consenta di migliorare la capacità cardiaca e di ridurre il peso corporeo!

Come in altre malattie croniche, gli stili di vita appropriati possono fungere da straordinari elementi di prevenzione.

 

Il costo sostenuto per il trattamento del diabete nella popolazione italiana è stato recentemente valutato in oltre 5 miliardi di euro annuali, con una spesa per ogni soggetto diabetico di circa 3000 euro/anno.

 

Quando la malattia parodontale colpisce gli impianti dentali prende il nome di peri-implantite.

 

Dagli studi è emerso che il controllo della parodontite ha portato ad un miglioramento dei parametri di funzionalità vascolari alterati.

 

 

 

 

 

 

 

Fonte:

www.sidp.it